CINXE.COM
Napoli Due Sicilie
<!DOCTYPE html PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.01 Transitional//EN"> <html> <head> <title>Napoli Due Sicilie</title> <meta http-equiv="content-type" content="text/html; charset=ISO-8859-1"> </head> <body style="background-color: rgb(224, 224, 224); color: rgb(0, 0, 0);" alink="#000099" link="#000099" vlink="#990099"> <center><font color="#000080"><b><blink><font face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+2"><big>NAPOLI - DUE SICILIE</big></font></blink></b> </font> <hr size="4" width="100%"> <font color="#800040"><font face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-3"> © Roberto Breschi</font> </font> <hr size="4" width="100%"></center> <blockquote> <div align="justify"><b><font color="#800040" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-2"><i>Sommario</i>. Regno angioino dal 1266, aragonese dal 1442, a lungo conteso tra Francia e Spagna, sottoposto agli Asburgo d’Austria dal 1707 al 1734, il Regno di Napoli, che comprendeva tutta l’Italia meridionale venne finalmente acquisito dai Borboni nel 1734. Essi ne fecero uno stato indipendente e lo governarono fino all’unità d’Italia (1860, spedizione dei Mille) con le sole interruzioni dell’effimera Repubblica Partenopea (1799) e del regno napoleonico (1806-15), quando la sovranità dei Borboni si ridusse alla sola <a href="sicilia.html">Sicilia</a>. La denominazione Regno delle Due Sicilie fu introdotta in epoca napoleonica e confermata dopo la restaurazione.</font></b></div> </blockquote> <hr size="2" width="100%"> <center> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"><br> Regno di Napoli, c. 1738-1815 - Regno delle Due Sicilie, 1815-1860</font><br> <br> <img alt="" src="europagif/napoli700.gif" style="width: 340px; height: 227px;"><br> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-2">sec. XVIII<br> <br> </font><img src="europagif/napoli.gif" style="height: 227px; width: 340px;" alt=""><br> <img alt="" src="europagif/napolist1.gif" style="width: 417px; height: 579px;"> <img alt="" src="europagif/napoliarma.gif" style="width: 478px; height: 545px;"><br> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Bandiera di stato, mercantile e da guerra introdotta presumibilmente nel 1738; fino al 1816 fu anche bandiera reale, successivamente cambiata in porpora (<a href="napolistend.html#sr">vedi</a>). Dal 1806 al 1815 era limitata alla sola Sicilia, a causa dell'occupazione francese della parte continentale del regno, e, sulla versione mercantile, portò altri simboli oltre allo stemma. Dal 1848 al 1849 ebbe un bordo verde-rosso. Il 25 giugno 1860 fu sostituita dal tricolore. Era la bandiera bianca dei Borbone (v. <a href="spagna.html">Spagna</a>) con lo stemma della casata, di fattura assai complessa. Tralasciando le partiture, si individuano le armi, spesso ripetute, di Farnese, d'Austria, di Borgogna antica e moderna, del Portogallo, di Castiglia e di León, di Granada, di Fiandra, d'Angiò antico e moderno, d'Aragona e di Sicilia, del Brabante, del Tirolo, di Gerusalemme e dei Medici. Collari di vari Ordini, aggiuntisi nel tempo, ornavano lo scudo. Passando dal XVIII al XIX secolo la forma dello stemma si diversificò. Per quanto riguarda gli Ordini, in origine c'erano solo il collare del Toson d'Oro (in basso al centro), quello di San Gennaro (al centro sopra il Toson d'Oro), quello Costantiniano di San Giorgio (alla sinistra araldica) e quello del Santo Spirito (alla destra). Più tardi si aggiunsero il collare dell'Ordine di Carlo III della Concezione e quello di San Ferdinando. La versione più completa, illustrata qui sopra a destra e nell<a href="napolistemma.html">'<b>ingrandimento (v.)</b></a>, risale al XIX secolo inoltrato (c. 1830-60).</font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"><br> Regno di Napoli, c. 1796 e 1804</font> <br> <br> <img alt="" src="europagif/napolimer1.gif" style="width: 340px; height: 227px;"><br> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-2">intorno al 1796<br> <br> <img src="europagif/napolmer.gif" style="height: 228px; width: 340px;" alt=""><br> intorno al 1804</font></center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Bandiere mercantili per piccoli bastimenti caratterizzate dalla posizione dello stemma nel cantone e da campiture rosse, aggiunte molto probabilmente per migliorarne la visibilità. Adottate e soppresse in date imprecisate. La prima, rossa con cantone bianco, è attestata al 1796 in una tavola di V. Scotti; la seconda, bianca con bordo rosso è riportata sul <i>Prospetto Salvatico</i> (V. Scotti) del 1804. Gli stemmi sono quelli dell'epoca, con solo i collari dei primi quattro ordini sopra citati.</font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"> <br> Regno di Napoli, c. 1806-c. 1815</font> <br> <br> <img src="europagif/napolsic.gif" style="height: 227px; width: 340px;" alt=""> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Bandiera mercantile in uso nel periodo in cui i domini borbonici erano ridotti alla sola Sicilia. Oltre allo stemma figurava un quadrato di nove scacchi bianchi e azzurri, di oscuro significato, e l'aquila nera di Sicilia, antico retaggio degli Svevi; la reale posizione dei due simboli è incerta; si trovano infatti anche scambiati. Sono presenti solo i collari dei quattro ordini originari.</font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"> <br> Repubblica Partenopea, 1799</font> <br> <br> <img src="europagif/napolpar.gif" style="height: 228px; width: 340px;" alt=""> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Bandiera d'impiego generale adottata il 3 febbraio 1799 dal governo provvisorio della repubblica giacobina proclamata il 22 gennaio precedente. Ben presto la repubblica fu tragicamente cancellata e l'8 luglio dello stesso anno la bandiera scomparve. Il tricolore richiamava quello francese e la striscia gialla, insieme al rosso, formava i colori di Napoli.</font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"> <br> Regno delle Due Sicilie, 1806-1808</font> <br> <br> <img src="europagif/napolnap.gif" style="height: 228px; width: 340px;" alt=""><br> <br> <img alt="" src="europagif/napolnst1.gif" style="width: 230px; height: 338px;"><br> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Il regno napoleonico usava bandiere francesi, ma sembra che durante il regno di Giuseppe Bonaparte (1806-1808) fosse prevista una bandiera di stato di derivazione militare, con una versione semplificata dello stemma di stato entro una losanga bianca posta in campo nero-rosso. La bandiera è spesso riportata ma, a differenza dei corrispondenti vessilli militari, non si conoscono documentazioni certe della sua esistenza. </font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"> <br> Regno delle Due Sicilie, 1811-1815</font> <br> <br> <img alt="" src="europagif/napolfr1.gif" style="width: 340px; height: 228px;"><br> <br> <br> <img alt="" src="europagif/napolfra.gif" style="width: 340px; height: 228px;"><br> <br> <img alt="" src="europagif/napolnst2.gif" style="width: 230px; height: 338px;"><br> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Gioacchino Murat, sul trono di Napoli dal 1808, usò bandiere francesi; solo il 15 febbraio 1811 si decise a decretare nuove bandiere, celesti con cornice a quadretti bianchi e amaranto, ispirate a presunti vessilli dei normanni, fondatori, secondo la tradizione, della monarchia. La versione di stato e della marina da guerra aveva all’interno della cornice, spostato verso l’asta, lo stemma di stato con l’aquila imperiale francese, il cavallo di Napoli e la triquetra di Sicilia. L'insegna mercantile invece non portava lo stemma. All’epoca della cattura e della fucilazione del Murat (ottobre 1815) le bandiere erano già scomparse.</font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"> <br> Governo Provvisorio Napoletano, 1820-1821</font> <br> <br> <img src="europagif/napolnol.gif" style="height: 228px; width: 340px;" alt=""> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Bandiera alzata a Nola nel luglio 1820 in seguito ai moti suscitati dai carbonari e dai murattiani quando il re fu costretto, ma solo per pochi mesi, a concedere la costituzione. Gli insorti furono sconfitti con l'aiuto austriaco e il 23 marzo 1821 fu ristabilita a Napoli la precedente situazione. Era in realtà la bandiera della Carboneria, nata tra il 1806 e il 1810, i cui colori, secondo un’interpretazione poetica, avrebbero rappresentato il carbone ardente (nero e rosso) che cova sotto la cenere (azzurro). Tale bandiera è talora attribuita erroneamente alla Repubblica Partenopea.</font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"> <br> Regno delle Due Sicilie, 1848-1849</font> <br> <br> <img src="europagif/napolitb.gif" style="height: 227px; width: 340px;" alt=""> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Bandiera di stato a terra e in mare (l'uso mercantile non è specificato) introdotta il 3 aprile 1848, pochi giorni dopo che re Ferdinando II, pressato dalle insurrezioni liberali, aveva concesso la costituzione. Il largo bordo verde e rosso richiamava col bianco del drappo i colori italiani. Poco più di un anno dopo il re seguì la via della restaurazione, sciolse il parlamento e abrogò la costituzione e il 19 maggio 1849 eliminò anche la bordura dalla bandiera. </font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"> <br> Stato della Sicilia, 1848-1849</font> <br> <br> <img src="europagif/sicilia.gif" style="height: 228px; width: 340px;" alt=""> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Bandiera nazionale decretata il 28-29 marzo 1848 dalle Camere dei Comuni e dei Pari della Sicilia, proclamatasi indipendente durante i moti, particolarmente aspri, che portarono alla cacciata delle truppe governative. Tutto ebbe fine il 15 maggio 1849 con la riconquista di Palermo da parte dei Borboni. Al centro del tricolore italiano figurava la "triquetra" con tre gambe rotanti e la testa della Medusa al centro. È questo un antichissimo simbolo siculo (IV secolo a.C.) che veniva messo sulle monete delle città liberate dai tiranni.</font><br> </div> </blockquote> <center> <hr size="4" width="50%"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"> <br> Regno delle Due Sicilie, 1860-(1861)</font><br> <br> <img src="europagif/napolita.gif" style="height: 227px; width: 340px;" alt=""> </center> <blockquote> <div align="justify"> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Bandiera di uso generale in vigore dal 25 giugno al 7 settembre 1860 (entrata di Garibaldi in Napoli); continuò a sventolare sulle ultime roccaforti borboniche fino al marzo 1861. Era il tricolore italiano che il nuovo sovrano Francesco II, impressionato dalle conquiste garibaldine, si affrettò ad adottare, mantenendo però lo stemma borbonico sulla striscia bianca. Quando il 7 settembre 1860 Garibaldi entrò in Napoli, la bandiera fu subito sostituita da quella sabauda (ormai italiana) che già dal giugno precedente sventolava sulla Sicilia.</font><br> </div> <a name="ab"></a><br> <hr size="10" width="100%"> <center> <table style="background-color: rgb(192, 192, 192); text-align: left; width: 731px; height: 82px;" border="1" cellpadding="2" cellspacing="2"> <tbody> <tr> <td style="vertical-align: top; background-color: rgb(192, 192, 208);"><font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1">ALTRE BANDIERE<br> <br> <small><a href="napolistend.html">Bandiere reali</a><br> <a href="sicilia.html">Bandiere antiche della Sicilia</a></small></font><br> </td> </tr> </tbody> </table> </center> <font face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1"><b><blink><font color="#ff6600"><br> ></font></blink></b><font color="#ff6600"> STATI PREUNITARI <a href="italiani.html">(Indice)</a></font> </font> <center> <hr size="10" width="100%"> </center> <i><font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+1">Bibliografia</font> <br> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="-1">Armi Antiche, 1986 e 1987 - Vex. Ital.,1 e 2,XXIV, 1997 - U. Bellocchi, Il Tricolore duecento anni, 1996</font></i> <hr size="10" width="100%"> <center> <i><b> <font color="#000080" face="Helvetica, Arial, sans-serif" size="+0">> <a href="europa.html">Indice Europa</a> > >> <a href="indice.html">Indice generale</a> >></font></b></i> <hr size="10" width="100%"> </center> </blockquote> <br> <br> </body> </html>