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Bibliografia

<!DOCTYPE HTML PUBLIC "-//W3C//DTD HTML 4.0 Transitional//EN"> <html> <head> <title>Bibliografia</title> </head> <body text="#000099" bgcolor="#ffffff" link="#0000ee" vlink="#551a8b" alink="#ff0000" background="paper.jpg"> &nbsp; <center> <table border="0" cellspacing="0" cellpadding="5" style="width: 90%; height: 90%; text-align: left; margin-left: auto; margin-right: auto;"> <tbody> <tr> <td valign="top" style="width: 225px; text-align: left;" background="paper.jpg"> <br> &nbsp; <br> <br> <br> <br> <br> <center><a href="index.html"><img src="siglabib.jpg" alt="" style="width: 180px; height: 55px;"> </a> </center> <br> <br> <br> <br> <br> &nbsp; <br> &nbsp; <br> <center><img style="height: 306px; width: 202px;" alt="" src="stemb.jpg"> <b><font face="Arial,Helvetica" size="-2" color="#000099">Frontespizio dello Steenbergen, 1865</font></b></center> <br> <br> <br> <br> <br> <br> <img src="ngs.gif" alt="" style="width: 215px; height: 150px;"> <br> <br> <br> <br> <br> <br> <br> <br> <img src="raccolta.jpg" alt="" width="222" height="388"> <b><font face="Arial,Helvetica" size="-2" color="#000099">Da una pagina della "Raccolta" della Marina italiana del 1932</font></b><br> <br> <br> <br> <br> <br> <br> <br> <center><img src="cartap.gif" alt="" width="201" height="305"> <b><font face="Arial,Helvetica" size="-2" color="#000099">Particolare di una carta di bandiere pubblicitaria (c. 1900)</font></b></center> <br> <br> <br> <br> <br> <br> <img src="bahaw.gif" alt="" style="width: 220px; height: 149px;"> <b><font face="Arial,Helvetica" size="-2" color="#000099">La rara bandiera del Bahawalpur e quella del Pakistan su una emissione del 1948</font></b><br> <br> <img src="srilanka.gif" alt="" style="width: 220px; height: 163px;"> <br> <br> <center><img src="bayer.gif" alt="" width="155" height="277"> </center> <br> <br> <br> <br> <br> <div style="text-align: justify;"><img src="domcorr.jpg" alt="" width="220" height="310"> <b><font face="Arial,Helvetica" size="-2" color="#000099">Giubilo in Montenegro dopo la resa di Scutari, copertina del maggio 1913 (<i>disegno di A. Beltrame</i>)</font></b><br> </div> </td> <td valign="top" background="paper.jpg" align="justify">&nbsp; <div align="right"> <br> <font face="Arial Narrow" color="#000099" size="+2">Bibliografia generale</font> <br> <b><font face="Arial,Helvetica" color="#000099" size="-2">&copy; 2004 - Roberto Breschi</font></b></div> <br> &nbsp; <div align="justify"><font face="Arial,Helvetica"><font color="#000099"><font size="-1">I riferimenti bibliografici specifici per ciascun paese sono riportati in fondo alla pagina relativa.<br> Le riviste edite a cura delle varie societ&agrave; o istituzioni vessillologiche sono citate nelle pagine dedicate alle <a href="vexillol.html"><b>Associazioni Vessillologiche</b></a>.<br> I siti web pi&ugrave; importanti dal punto di vista vessillologico sono riportati nella pagina dei <a href="varie/links.html"><b>Collegamenti esterni</b></a>.<br> Una rassegna storica generale di bandiere non pu&ograve; prescindere da fonti storiche, vale a dire da <b>opere a carattere generale</b> pubblicate nel corso degli anni. Esse consistono principalmente in trattati di vessillologia, annuari e almanacchi editi a cura dei ministeri della Marina di alcuni stati, carte di bandiere e altre pubblicazioni non convenzionali.<br> <br> <br> <b>TRATTATI DI VESSILLOLOGIA</b><br> <br> Tra i primi libri di bandiere in assoluto spicca <i>Nieuwe Hollandese scheeps-bow</i>, di Carlo Allard. Le prime edizioni sono del 1694/95, poi il libro &egrave; stato pi&ugrave; volte ristampato, aggiornato, copiato, &laquo;depredato&raquo;.<br> <br> <i>The Maritime Flags of all Nations</i> di J.W. Norie fu pubblicato nel 1819 e successivamente (1848) ripreso e arricchito da J.S. Hobbs. Esiste una moderna ristampa tedesca con ampia prefazione aggiunta: J.W. Norie, J.S. Hobbs, <i>Flaggen aller seefahrenden Nationen</i>, Amburgo, 1990.<br> <br> H.C. Steenbergen, <i>Vlaggen van alle Natien</i>, singolare trattato trilingue (olandese, francese, inglese) che classifica le bandiere a seconda del colore dominante, Amsterdam, 1865. Recentemente ripubblicato a cura di D. Visser.<br> <br> A. M. Gritzner, <i>Flaggen und Banner</i>, 1878, in <i>Siebmacher's Wappenbuch</i>, ristampato nel 1978.<br> <br> R. Siegel,<i> Die Flagge</i>, Berlino, 1912.<br> <br> La casa editrice londinese Warne pubblic&ograve; nel 1894 <i>The Flags of the World their History Blazonry and Associations</i> inaugurando la celebre lunghissima serie di riedizioni e ristampe (il titolo fu successivamente semplificato in <i>Flags of the World</i>), alla cui redazione si succedettero vari autori:<br> F.E. Hulme 1894-1897<br> W.J. Gordon 1915-1930<br> V. Wheeler-Holohan 1933-39<br> H.G. Carr 1953-1961<br> E.M.C. Barraclough 1965-1971<br> E.M.C. Barraclough e W.G. Crampton 1978-1981. <br> Qui si interrompe la serie. Lo stesso W.G. Crampton pubblicher&agrave; nel 1989 <i>The Complete Guide to Flags</i>, uscito anche in Italia per Vallardi nel 1991 col titolo <i>Guida illustrata alle bandiere</i>.<br> <br> Nel 1917 la rivista della <b>National Geographic Society</b> americana usc&igrave; con un numero interamente dedicato alle bandiere, ripubblicato anche in forma di volume. Altri numeri parzialmente vessillologici nel 1934, 1949 e 1951. Ecco i dettagli:<br> - B. McCandless, G. Grosvenor, <i>Our Flag Number, National Geographic Magazine</i>, XXXII, 4, ottobre 1917, &nbsp;riprodotto anche in volume col titolo <i>Flags of the World</i>, Washington, 1917.<br> - G. Grosvenor, W.J. Showalter, <i>Flags of the World</i>, in <i>National Geographic Magazine</i>, LXVI, 3, settembre 1934.<br> - E.W. King, <i>Flags of the Americas</i>, in <i>National Geographic Magazine</i>, XCV, 5, maggio 1949.<br> - E.W. King, <i>Flags of the United Nations</i>, in <i>National Geographic Magazine</i>, XCIX, 2, febbraio 1951.<br> <br> Ottfried Neubecker (Germania) pubblica nel 1939 <i>Fahnen und Flaggen</i>, una delle pietre miliari della letteratura vessillologica.<br> <br> K.A. Ivanov (Russia) &egrave; l'autore di <i>Flagi Gosudarstv Mira/Flags of the States of the World</i> del 1971, il libro di bandiere pi&ugrave; famoso e forse pi&ugrave; importante uscito in Russia. Si possono trovare in giro traduzioni parziali in inglese.<br> <br> Whitney Smith (Stati Uniti) &egrave; l'autore per McGraw-Hill del noto <i>Flags through the Ages and across the World</i> del 1975, pubblicato contemporaneamente in Italia da Mondadori con il titolo <i>Le Bandiere. Storia e Simboli</i>. Un'edizione aggiornata ma ridotta (<i>Flags and Arms across the World</i>) esce nel 1980.<br> <br> <i>The World Encyclopedia of Flags</i> di Alfred Znamierowski &egrave; pubblicato nel 1999 da Lorenz Books. Negli ultimi decenni diversi altri autori hanno prodotto libri simili, ma di contenuto pi&ugrave; limitato. Tra questi C.F. Pedersen (<i>The International Flag Book in Colour</i>, 1971), T. Wilson (<i>Flags at Sea</i>, 1986), K.-H. Hesmer (<i>Flaggen und Wappen der Welt</i>), 1992 e ancora C.G. Campbell, I.O. Evans, P. Kannik, H.-U. Herzog e F. Wolf, E. Inglefield, D. Visser, M. Talocci. <br> <br> <br> <b>ALMANACCHI NAVALI</b><br> <br> <b>Regno Unito</b><br> I primi esempi risalgono al 1873/75, editi a cura di G.C. Hounsell e reperibili con titoli differenti:<br> <i>- Flags and Signals of All Nations<br> - Flag of All Nations<br> - Drawings of the Flags in Use at the Present Time by Various Nations</i>.<br> Segue una serie di pubblicazioni disposte dall'Ammiragliato a cura del HMSO (Her/His Majesty's Stationery Office) di Londra:<br> <i>- Drawings of the Flags in Use at the Present Time by Various Nations</i>, tre edizioni sotto questo titolo, 1889, 1907 e 1916.<br> <i>- Drawings of the Flags of All Nations</i>, 1930.<br> <i>- Flags of All Nations</i>, tre edizioni: 1955/58 (in due volumi), 1989 e 2000.<br> Ciascuna edizione &egrave; seguita da un congruo numero di aggiornamenti che riflettono i &nbsp;cambiamenti avvenuti tra una pubblicazione e la seguente. Due supplementi speciali (<i>Flags, Badges and Arms of the British Dominions</i>) furono pubblicati nel 1910 e nel 1932.<br> <br> <b>Francia</b><br> Precursore degli almanacchi francesi e non solo fu l'<i>Album des pavillons, guidons et flammes de toutes les puissances maritimes</i> del 1858 a cura del cap. Le Gras.<br> Segue la serie degli <i>Album des pavillons nationaux et des marques distinctives</i> del Servizio Idrografico ed Oceanografico della Marina (SHOM) nelle edizioni-base del 1889, 1923, 1954, 1965, 1978, 1990 e 2000 con i consueti s&eacute;guiti degli aggiornamenti.<br> <br> <b>Germania</b><br> Fondamentale il <i>Flaggenbuch</i> dell'Oberkommando der Deutschen Kriegsmarine (OKM). L'edizione originale &egrave; del 1939 (con aggiornamenti fino al 1945). &Egrave; un esempio di qualit&agrave; e precisione, curato anonimamente dal professor O. Neubecker. Ristampato nel 1992 da Mauritius Buch Verlag, Zwickau.<br> Di notevole interesse documentario anche le edizioni precedenti (1893, 1905 e 1926), anche se non dello stesso livello.<br> <br> <b>Stati Uniti d'America</b><br> <i>Flags of Maritime Nations</i>, pubblicato dal 1868 al 1938 a cura dell'US Dept. of the Navy. Edizioni successive al 1938 riguardano soprattutto bandiere marittime statunitensi.<br> <br> <b>Italia</b><br> Notevoli alcune edizioni della <i>Raccolta delle Bandiere Fiamme e Insegne in uso presso le diverse Nazioni</i>, a cura del Ministero della Marina, in particolare quelle del 1900 e 1932. L'edizione del 1950, di pari valore documentario, &egrave; modesta dal punto di vista tipografico risentendo dell'emergenza del dopoguerra.<br> Di un certo interesse anche la serie di sette volumi dell'<i>Almanacco Navale</i> pubblicati annualmente senza interruzioni dal Ministero della Marina dal 1937 al 1943.&nbsp; Le edizioni pi&ugrave; recenti sono di scarso rilievo vessillologico.<br> <br> <br> <b>CARTE E RACCOLTE DI BANDIERE</b><br> <br> La produzione di tavole vessillologiche era molto diffusa nei secoli XVIII e XIX specialmente in Italia e in Olanda. Esse costituiscono una utilissima fonte per ricostruire la storia delle bandiere, purch&eacute; si leggano con una certa attenzione. Diffusamente copiate le une dalle altre, riportano sovente vessilli gi&agrave; da tempo scomparsi alla data della pubblicazione. Ne elenchiamo alcune senza pretesa alcuna di completezza.<br> <br> <i>Table des Pavillons</i>, C. Danckerts, 1710, ripresa da M, Seutter, 1712.<br> <i>Tableau des Pavillons</i>, N. Bellin, 1756.<br> <i>Blasone marittimo del Mediterraneo</i>, raccolta 1765.<br> <i>Tavola delle bandiere</i>, M. Roselli, 1783.<br> <i>Prospetto Generale delle Bandiere</i> (Prospetto Salvatico), V. Scotti, 1804.<br> <i>Prospetto Generale delle Bandiere</i>, Batelli e Fanfani editori, 1820.<br> <i>Tableau des Pavillons</i>, G.A. Sasso, 1838.<br> <i>The Maritime Flags</i>, R.H. Laurie, 1842.<br> <i>National Emblems</i>, Johnson editore, 1866.<br> <i>Drapeaux Nationaux</i>, A. Maury, 1878 (riporta le bandiere nazionali cos&igrave; come erano alzate all'esposizione universale di Parigi del 1878).<br> <br> Nel XX secolo le carte di bandiere diventano ancor pi&ugrave; frequenti e sarebbe ardua impresa elencarle tutte. Serie di tavole regolarmente aggiornate furono pubblicate da Brown Son &amp; Ferguson Ltd. di Glasgow, Bartholomew, The Flag Research Center, Amministrazione delle Nazioni Unite, l'olandese Shipmate e molti altri.<br> <br> <br> <b>ALTRE FONTI NON CONVENZIONALI</b><br> <br> <b>Emissioni filateliche</b>. Praticamente tutte le amministrazioni postali degli stati hanno emesso francobolli con la bandiera nazionale, spesso utili al vessillologo per disegni e datazioni. Tra le tante segnaliamo soltanto la lunghissima serie <i>Bandiere degli Stati membri</i> delle Nazioni Unite (Ufficio di New York), cominciata nel 1980 e ancora non conclusa. I disegni sono ottimi e nelle giuste proporzioni.<br> <br> <b>Raccolte di figurine</b>. Le bandiere cominciarono ad apparire sulle figurine dalla met&agrave; del XIX secolo. Di solito si trattava di vignette pubblicitare date in omaggio con alcuni prodotti, soprattutto sigarette, che si raccoglievano in appositi album. Pi&ugrave; recenti le collezioni non pubblicitarie. Come fonte vessillologica presentano ovviamente molti limiti, tuttavia alcune raccolte tedesche costituiscono veri e propri trattati, del tutto affidabili. &Egrave; il caso degli album seguenti:<br> <i>- Ein Sammelbuch der Fahnen aller Welt</i> ("Raccolta delle bandiere di tutto il mondo"), 1929, edito dalla manifattura tabacchi Massary di Berlino e comprendente un migliaio di figurine,<br> <i>- Flaggen der Welt: die Flaggen Europas<br> - Flaggen der Welt: aussereurop&auml;ische Staaten<br> - Flaggen der Welt: historische Fahnen</i><br> tre raccolte del 1931 riprese da pi&ugrave; di una marca di sigarette, le prime due con 200 figurine, la terza con 240, oltre a cartine geografiche. <br> I quattro album, pur anonimi, furono curati com'&egrave; noto, dal prof. Ottfried Neubecker, forse il pi&ugrave; grande e prolifico vessillologo di ogni tempo.<br> <br> <b>Giornali, periodici, registrazioni televisive, cineteche</b>. Le cronache in diretta di importanti avvenimenti (guerre, rivoluzioni, trattati, dichiarazioni di indipendenza) o di manifestazioni espositive o sportive (esposizioni mondiali, olimpiadi) documentano spesso anche le bandiere dell'epoca. Celebri molte copertine vessillologiche della <i>Domenica del Corriere</i> di un tempo.<br> <br> <b>Norme, leggi, costituzioni</b>. Non sempre di agevole reperibilit&agrave; e lettura. &nbsp;&nbsp;</font></font></font> <font face="Arial,Helvetica"><font color="#000099"><font size="-1"> </font></font></font></div> </td> </tr> </tbody> </table> </center> <center> <b><font face="Arial,Helvetica">&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;&nbsp;<br> <a href="indice.html">Indice generale</a> &nbsp; &nbsp;&nbsp; <a href="intro.html">Presentazione</a>&nbsp; &nbsp; &nbsp; <a href="aggiorna.html">Aggiornamenti</a> &nbsp; &nbsp; &nbsp;<a href="notatecnica.html">Nota tecnica</a> &nbsp; &nbsp; &nbsp;<a href="varie/links.html">Collegamenti</a><br> </font></b></center> <br> <br> <br> </body> </html>

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